Sinisa Mihajlovic parla prima di Torino-Sampdoria: “Domani grande banco di prova per la nostra difesa. Dovremo stringere i denti”
Consueta giornata di vigilia in casa Toro. Domani si giocherà Torino-Sampdoria, e Sinisa Mihajlovic interviene in conferenza stampa presso lo stadio “Grande Torino” per presentare la sfida contro i blucerchiati, in occasione della seconda partita casalinga del campionato di Serie A, con fishcio d’inizio fissato per domenica 17 settembre, alle ore 15.00. Ecco le parole in diretta live dell’allenatore granata. “A Benevento abbiamo vinto una gara non brillante, ma è un buon segno perché anche le grandi squadre vincono così: con un’azione fatta come si deve. È importante che i ragazzi capiscano che così si può vincere qualche volta, non sempre. Dobbiamo ancora trovare la ferocia fuori casa, ma i miglioramenti si vedono, credo” dice Mihajlovic. “Tocco ferro, ma solitamente in casa non tradiamo: mi aspetto un Torino intenso e aggressivo, il nostro pubblico ci aiuterà, spero ci sia un clima caldo. Se giochiamo però come a Benevento non vinciamo domani. La Samp ha venduto molto ma ha ottimi giocatori, un allenatore preparato e degli elementi che dalla cinta in su possono fare paura. Meritano grande rispetto, non hanno giocato la scorsa settimana e non hanno infortuni. Sono più riposati e freschi, per cui saranno pericolosi. Sappiamo i loro punti forti e deboli“.
Sugli abbonamenti: “Il nostro pubblico è caldo e appassionato, non molla mai. Come dobbiamo fare noi. Starà a noi però convincerli ad abbonarsi di più, dipenderà da noi. Poi con l’entusiasmo, conoscendo il tifoso del Toro diventa anche più facile riempire lo stadio. Dipende sempre da quelli che giocano, da come si va in campo“.
Sui possibili cambiamenti tattici: “Noi abbiamo una settimana dura. La Samp, poi Udinese e derby. Senza poi dimenticare il Verona. Quattro partite che ci faranno capire se ci possiamo divertire davvero, anche se siamo a inizio campionato possono già essere decisive. Ma pensiamo gara dopo gara: la Samp è pericolosa e può metterci in difficoltà. Dobbiamo pensare di vincerla. Gli infortuni? Tre in un reparto solo ci mettono in difficoltà: Valdifiori tornerà per Udine, Obi e Acquah vediamo, ma non ci sono per domani. Dovremo stringere i denti: abbiamo appena recuperato Baselli, speriamo non capiti nulla a Rincon. Gli ho rimboccato le coperte a letto, in questi giorni, per prevenire (ride, ndr). Ma dipenderà molto dai nostri attaccanti: saranno decisivi. Abbiamo anche Gustafson, e poi anche N’Koulou e Ansaldi che possono giocare a centrocampo, ma in questo caso solo per estrema emergenza. Gustafson? È cresciuto molto, ha la mia fiducia“.
Sulla gara: “Domani secondo me giocheranno i migliori. Poi dopo penseremo a Udine e al turn over. Anche in base a come si è giocato con la Samp. Bonifazi e Lyanco? Possono giocare anche sul centro sinistra, pur avendo piede destro. Burdisso? Solitamente lo metto a destra, nelle prove tattiche che facciamo. A sinsitra Lyanco e Moretti, mentre Bonifazi fa il jolly“.
Mihajlovic parla ancora dei due presidenti, Cairo e Ferrero: “La Samp sarà per sempre la mia casa: ho giocato 4 anni e allenato un anno e mezzo. Ho grandi ricordi e tanti amici, tra cui anche il presidente Ferrero. E così sarà sempre. L’anno scorso si è ricamato sul fatto che io fossi forse più affezionato a Ferrero che a Cairo, ma dopo il calciomercato estivo di quest’anno, Cairo è diventato il mio migliore amico“.
Sulla difesa: “È migliorata, sì, ma non abbiamo incontrato per ora squadre più forti di noi. Domani è un bel banco di prova: Zapata ci piaceva, se fosse andato via Belotti l’avremmo preso. Poi hanno Quagliarella, è come Di Natale, cioè un tipo di giocatore che segna sempre, senza età. Ma domani non vogliamo il gol dell’ex. In difesa abbiamo però preso un giocatore come N’koulou che ha personalità e gioca con calma, così a centrocampo con Rincon. Ci saranno momenti di difficoltà, ma vedo anche grande convinzione, e mi sembra di vedere quella rabbia e determinazione di non subire gol. Ed è importante“.
L’attacco, invece: “La forma fisica di un giocatore non può cambiare da una settimana all’altra. Niang per essere al top avrà bisogno di tempo, solo giocando e allenandosi ce la farà. Quando starà bene, ci potrà dare quella potenza e imprevedibilità che gli chiediamo. Visto che abbiamo problemi a centrocampo, questo deve responsabilizzare di più gli attaccanti: a Niang ho parlato, una delle cose negative di Benevento è che mi aspettavo di più da lui e dai compagni. Se dietro si lavora e si contrasta molto, i 4 davanti devono ripagare con i gol. Domani dovranno essere più continui e aggressivi, sapendo che Niang ancora non è al massimo, ma è normale“.
“Non c’è un modulo che ti fa vincere o perdere. La Samp, per come gioca, andrà per le vie centrali. E noi dobbiamo bloccarli lì, lavorando molto sulle fasce. Loro hanno 4 centrocampisti a rombo, noi in linea, più Ljajic che ci aiuta sempre. Dipende da dove si voglia avere la supremazia. Ma siamo sempre in 11, sia da una parte sia dall’altra: non dipende mai da un reparto, ma da tutta la squadra. La Samp può essere una sorpresa del campionato, e questa cosa mi fa piacere, perché la prima squadra di cui guardo il risultato è sempre quella blucerchiata“.
“Cosa chiedo ai miei giocatori? Sempre la prestazione. Non mi arrabbio mai quando non vincono, ma quando non fanno quello che abbiamo provato, non scendono in campo con la grinta. L’anno scorso ho battuto il tasto sui principi morali e di gioco, ora dobbiamo fare un salto di qualità e lavorare sui particolari. Non voglio più tornare indietro e parlare di approccio o altro: è già entrato in testa. Dobbiamo giocare con più qualità, visto che abbiamo davanti i giocatori che in ogni momento possono risolvere la partita, e questo deve dare fiducia a tutta la squadra. Se si fa quanto provato in settimana, si sa anche che davanti ci sono i giocatori che possono risolvere la gara“.
Su Lyanco: “L’ho visto bene. Ha recuperato, sicuramente in una di queste tre gare giocherà. Io so quale, ma non ve lo posso dire…“. Su Belotti e il gol che non arriva con regolarità: “Lui sa che questa stagione non sarebbe stata semplice. L’anno scorso lui volava sulle ali dell’entusiasmo, nessuno gli chiedeva nulla e lui stupiva tutti. Quest’anno tutti si aspettano gol e prestazioni a ogni partita, e non è possibile. Ma lui deve stare tranquillo, giocare per la squadra, non perdere quei movimenti e quella generosità che sono le sue migliori caratteristiche. A me non serve che segni Belotti, ma che si vinca. Ci siamo parlati in settimana, sa quel che penso: deve tornare a essere quel trascinatore che è stato l’anno scorso. A Benevento abbiamo perso 3-4 palle e non ha rincorso l’avversario, e non mi è piaciuto. Non è un problema di modulo: avendo un giocatore più vicino dovrebbe anzi avere più spazio. La crisi ci può stare, ma lo vedo che si allena bene, sta riprendendo quella forma e rabbia dello scorso anno. Non sono preoccupato“.
Su Ljajic: “Sta facendo quello che mi aspetto da lui. Deve continuare così, è tra coloro che devono fare la differenza, con gol e assist. Se non lo fa, possiamo anche cambiare modulo“. Si parla anche di calcio in generale: “In altri paesi gli introiti sono molto diversi, basti pensare all’Inghilterra. La favola Leicester in Italia non potrà mai accadere. Il campionato italiano non è il più bello, ma il più difficile del mondo, e sono convinto che chi viene in Italia non è detto che dimostri, per quanto forte, di fare bene qui. E penso che giocatori e allenatori che vanno fuori dall’Italia trovino meno difficoltà. La mentalità è un po’ migliorata, ma si gioca spesso per non perdere, non per vincere. E quando giochi fuori dai confini si fa difficile. Questo quando lo fa qualcuno in Italia, viene criticato: come è capitato anche a me. Su Zappacosta? Non ho visto il gol, so che voleva fare il cross. Me li aspettavo un po’ prima! (ride, ndr) A lui come a tutti gli altri auguro di fare una grande stagione, li seguo con piacere e affetto. Quando fanno bene sono contento per loro“.
Sul VAR: “L’anno scorso ho visto Monaco-Arsenal, e arbitrava Orsato. Che ha diretto una gara anche a noi, poco dopo. Gli feci i complimenti, perché faceva giocare, ma gli chiesi perché non faceva altrettanto in Italia. È più difficile qui: i giocatori si buttano più per terra, il ritmo è meno alto, la squadra butta la palla fuori e non va bene. Non è fair play questo. Deve essere l’arbitro a fermare il gioco: lo stadio fischia, i giocatori si lamentano. Deve cambiare la mentalità in tutto. Io vedo gli arbitri dirigere bene fuori dall’Italia perché non hanno le pressioni che ci sono qui. Ora il VAR è appena stato introdotto: il meccanismo migliorerà, anche perché si perde troppo tempo e non va bene. Ma per me è una cosa positiva: va capito quando usarlo, ma poi deve cambiare la mentalità. Nei miei allenamenti si gioca senza falli: chi cade a terra e non si rialza, e si fa vedere col dottore, poi esce e non si allena più. Così si abituano. Io dico sempre di continuare, poi va così: a volte anche gli allenatori si lamentano tra loro. Ma questo non è fair play, va inculcato ai giocatori e bisogna dare il giusto esempio“.
“Se il Toro non butta la palla fuori, poi fischiano tutti. Per cui poi la buttiamo fuori, per evitare di incattivire il clima. Si può dare l’esempio, ma bisogna essere tutti d’accordo. Non possiamo esserlo solo quando l’altra squadra ha il giocatore a terra. La regola è quella: non dobbiamo buttare fuori noi la palla. Non è fair play, ma questo devono saperlo tutti: giocatori e pubblico. Basta solo seguire le regole“.
Infine, un appello di Mihajlovic: “Mi sono preso le responsabilità sull’Europa, ho detto che se non ci andiamo sarà colpa mia. Ma non ho detto che sarà facile. Anzi, estremamente difficile. Le squadre sopra di noi, han fatto molti più punti di noi, anche se la differenza di valori non era così netta, secondo me. Recuperare questo gap non sarà facile, ci sono squadre abituate a giocare così. Ma non mi nascondo: noi possiamo recuperare su alcune squadre, ma non sarà facile da raggiungere. Ora è il momento dei fatti, ma non è una cosa scontata. Io sono convinto che possiamo fare un buon cmapionato, se non si lotta troppo con la fantasia. Sia in campo, sia sui giornali. Se a tre giornate dalla fine, siamo tra le prime 4 squadre, allora penseremo ad altro, anche. Ma noi dobbiamo pensare gara dopo gara, senza volare con la fantasia“.
Dellabassa, leggi bene,dai.è pieno di distinguo, PIENO
Sull’Europa ha già innescato la retro,su gustafson ha ciò che ha detto,si assuma la responsabilità di ciò che dice, anche se la retro sarà muy usata.spero sullo svedesotto abbia ragione,mi spieghi però x curiosità, dove lo vede migliorato. Sulla parole vs bracciamozze, be,tiene famiglia numerosa
Le 3 gare che ci aspettano mi fanno comunque paura, sia che facciamo 7 punti, sia che ne facciamo 2 o 3, perché nel primo caso rischiamo di montarci la testa, mentre nel secondo potremmo deprimerci troppo. E’ vero che i punti e la classifica sono la cosa più importante,… Leggi il resto »
Perfettamente d’accordo